lunedì 29 settembre 2014

Lasino cha volava

In epoca medioevali non erano rare le sfide fra comuni limitrofi
Fu per una di queste sfide fra San Miniato ed Empoli ,che gli empolesi assediarono la graziosa cittadina famosa per le sue torri, per poterla assoggettare.
Ma aimè l’impresa si rivelò più difficile del previsto
I sanminiatesi , si difesero dall’attacco mettendo in atto un forte e decisa resistenza , favorita dalla felice posizione della cittadina toscana.
Dopo che gli empolesi capirono che ogni sforzo si era rivelato vano, ricorsero alle minacce, trasmesse tramite un ambasciatore, ma i cittadini di San Miniato non si fecero intimorire, anzi risposero che prima della loro resa si sarebbero visti gli asini volare.
A questo punto come ben si capisce gli empolesi non sapevano più come fare, la cittadina non voleva arrendersi, fu allora che si fece avanti un contadino , il quale si offrì di dare in mano agli empolesi la cittadina , se gli avessero fornito: mille capre , mille fiaccole e l’esercito pronto per quella notte.
I comandanti non dettero subito ascolto al bifolco, ma in seguito pensarono che valeva la pena tentare e accordarono al contadino quanto chiesto.
Quando tutto era pronto e si fece buio , il contadino fece accendere le fiaccole sulle corna della capre ordinando ai pastori di spingerle attraverso la collina verso le mura della rocca di San Miniato, mentre dietro avanzavano i soldati con altrettante torce, trombe e tamburi che procuravano un gran baccano
Quando i difensori delle mura videro il buio illuminato a giorno, e sentirono tutto quel baccano, credettero che un esercito enorme li stesse assalendo , così gettarono le armi e fuggirono per la campagna
A questo punto gli empolesi con facilità si impadronirono delle mura rimaste indifese e conquistarono la città.

Da allora fino al 1860 nella festività del Corpus Domini , per ricordare la sfida dei saminiatesi e la vittoria degli empolesi , si decise di far volare con argani e carrucole , un ciuco con le ali, dal campanile della collegiata fino ad una colonna del palazzo ghibellino , sito nella sottostante piazza Farinata degli Uberti
L’usanza è poi decaduta , ma le ali del ciuco e l’imbracatura sono rimasti come testimonianza storica e sono visibili nel museo della Collegiata
La vicenda ebbe il suo cantore in Ippolito Neri, che la narrò nel poema :” la presa di San Miniato" .

Ne riporto alcune strofe

“ E l’asin prima spiegheranno l’ali
per la strada del Ciel veloci e presti,
che a questa sempre a noi nemica setta
la nostra alma Città resti soggetta”

Come sempre, come da che l’uomo ha fatto la sua comparsa su questa terra non ha mai perso occasione per mettere in luce la sua crudeltà efferata verso gli esseri più deboli e fragili

I particolari dell’usanza che prese vita dopo che gli empolesi conquistarono la città di San Miniato sono a dir poco malvagi.

L’asino era piccolo, da latte, il primo tratto della discesa era veloce, per rallentare poi alla prima curva , l’asino per lo spavento benediceva la folla sottostante che riempiva la piazza (chissà perché quando si tratta di assistere a spettacoli crudeli la gente accorre numerosa, e poi si dice scioccata) , per poi morire quando quando finiva contro la colonna del palazzo.
Non era raro che tutto questo contesto, in cui la folla era con lo sguardo fisso sul volo della bestia, e intenta a pulirsi la benedizione, desse modo ai ladruncoli di alleggerire le tasche degli spettatori ebeti.

 e avevan già sopra, quell’erte scale,
tutto di vaghi fiori e nastri ornato,
fatto salir quel timido animale
e a una doppia carrucola legato,
dove il canape infizano e lungh’ale
annestano a quel tergo delicato,
e alla fine, con grand’urla e gran fracasso,
volar lo fan , come un uccello , a basso.

E questa festa in sì degna di memoria,
pel Corpusdomin si rinnova ogn’anno,
per contrassegno della gran vittoria,
con obbligare ancora quei che verranno.
Ma qui termina il fil della mia storia,
dove persi, cred’io, sapone e ranno:
né meglio mai , poteva il mio cantare
che col volo d’un Asin terminare "

Nessun commento:

Posta un commento