mercoledì 24 settembre 2014

Il Borro





A pochi chilometri d’Arezzo nel cuore della campagna Toscana, in mezzo a vigneti ed uliveti, attraversando
un ponte medioevale in pietra, si trova un piccolo antico Borgo medioevale: “Il Borro”, tutto in pietra, ed archi ed una vista eccezionale sulla campagna Aretina dove le case sono state ristrutturate rispettando al massimo le loro
antiche origini.
E’ un luogo immerso nella tranquillità e nella pace,, uno di quei posti in cui ti senti fuori dal tempo immerso in una vegetazione varia e perfettamente conservata.

"Il borro è un atto di fede che si ripone nel tempo.
Sono cento e cento questi paesi toscani che la volontà paziente e la fiducia degli uomini hanno voluto pietra su pietra.
D'accordo! cosideriamoli pure delle semplici scaglie di una grande civiltà : case di campagna che si danno di spalla una sull'altra e portano in mezzo la chiesa con appena un respiro di piazza.
Ma come è ingenuo e pentito commovente e civile questo discorso che i nostri vecchi ci hanno lasciato con le loro pietre tagliate i muri a secco e le pianelle pe' ritto, la garbata ospitalità delle cucine, un certo modo di sistemare gli orti : i radicchi rossi e quelli verdi, i cavoli neri, un cespo di rose, la salvia , il rosmarino..
Al Borro non hanno lavorato i primi della classe: per loro esisteva la città . Qui c'erano solo gli uomini semplici quelli di sempre , che hanno voluto le loro case come l'istinto consigliava. Una pagina fresca ingenua tutta da conservare.
Se lo potete ancora regalatevi un mattino al Borro quando i tetti sono appena profilo sopra i festoni di nebbia. Vi ritorneranno nel sangue da lontananze remote il rumore degli usci che sbattono e quelli dei primi passi sulle pietre , gli stessi rumori buoni che la città uccide tutti i giorni.
Qui le colline, quando il sole se ne va sul rovescio dei borri, hanno profili di donna il colore dell'ametista. 
C'è un tacchino con la ruota su un muretto del paese e voli di piccioni e fagiani che si fanno il verso da un poggio all'altro .

Nell'anno di grazia 1987 è già un mezzo miracolo" 






"A levante di Loro Ciufenna, sulla pendice orientale del Pratomagno , sopra una forra, alta e scoscesa, sta l'antico castello del Borro. Oggi è solo una piccola borgata di case irregolari e grinzose quasi galleggianti nell'ampio mare di verde , dove solitudine e pace ti consentono a stento, l'immagine delle vecchie e feroci contese.
Allora era proprio un Castello pronto alla più valida difesa cinto di mura e di torri, con l'unico accesso di un ponte levatoio costruito con pietre solide in modo originale e imponente. Non sapremo mai il nome del primo fudatario ma possiamo verosimilmente immaginare un barbaro signore, essendo il Borro parte della "terra barbaritana" che fu chiamata così perché posseduta dai barbari Goti.
Dagli annali Aretini sappiamo tuttavia, con certezza che nel 1256, il castello fu acquistato da Borro Dal Borro, nobile milanese . Podestà della repubblica di Arezzo in fuga dopo la sconfitta subita da parte di Guido Guerra conte di Battifolle.
Nel 1344 il popolo del Borro intimorito dalle guerre che si combattevano nei castelli vicini, per aver maggior sicurezza si sottomise alla signoria di Firenze. 
Il castello passò in seguito sotto il dominio di Arezzo in forza di un Editto di Carlo IV , per ritornare poi a Firenze nel febbraio del 1384 in conseguenza di accordi bellici.
Sotto il Granducato Mediceo da Ferdinando II il Feudo fu dato in premio al famoso generale Alessandro Dal Borro col titolo di marchesato . E nel 1766 ritornò " De iure" alla corona granducale .
Vario tempo dopo il granduca lo cedè mediante contratto di compravendita, ai Medici Tornaquinci dai quali nel 1823 lo comprò il Conte Giuseppe Della Torre - Hofer - Valvassina. Per matrimonio di una sua discendente, la contessa Teresa, col principe Egone di Hohenlohe - Valdemburg - Schillingsfurts questa stupenda tenuta fu ereditata dai principi loro figli, e quindi a seguito di compra, nel 1904 venne in possesso delle LL.AA.RR. I principi germani di Savoia -Aosta- Emanuele Filiberto , duca d'Aosta, Vittorio Emanuele Conte di Torino e Luigi Amedeo Duca Degli Abruzzi dai quali per eredità è passata all'attuale Duca di Aosta Amedeo di Savoia.
Il 7 aprile 1993 la vasta tenuta passò di proprietà per contratto di compravendita a Ferruccio Ferragamo"


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